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Recupero di un tabià a residenza temporanea

Il tabié si trova a quota 1300, sui prati sopra Costalissoio, in una posizione molto panoramica. Sopra la stalla in muratura di sasso il fienile in legno con struttura a telaio, con angolari in muro verso monte, è circondato dal ballatoio (pnizo).

L’intervento si configura come un restauro conservativo che adatta l’edificio all’uso contemporaneo nel pieno rispetto della struttura storica. Un’accurata valutazione dello stato di conservazione del manufatto ha permesso di ridurre al minimo gli interventi distruttivi: sono state  sostituite solo le travi di banchina, marcescenti, rialzando, senza smontarla, la struttura superiore, con l’impiego di travi nuove squadrate a mano. Per non snaturare il carattere rustico del tabié, l’immantellato è stato smontato e rimontato su un telaio metallico, apribile sulla grande  vetrata che illumina il piano del fienile.

house CG.15

Il progetto prevede di fluidificare lo spazio verso l’esterno creando tre elemnti principali:
– spazio ingresso che sfrutta la maggiore altezza dello spazio per realizzare una serie di travi e un soffitto completamente luminoso, come se ci fossero dei lucernai sul tetto; le pareti vengono rivestite di panneli bianchi lucidi e opachi e di specchio, in modo da mimetizzare
completamente le porte di servizio oltre che dell’armadio e del bagno giorno;
– spazio cucina-colazione spezzato tra: i contenitori a parete, eventualmente anche chiudibili, e un monolitico bancone con inserti
in marmo chiaro che diventa un elemento ordinatore dello spazio;
– spazio di rappresentanza e di lavoro sulla facciata, che si espande sia verso la camera da letto con delle vetrate chiudibili, sia verso lo studio che accoglie la zona pranzo che così gode di una vista straordinaria; lo studio è eventualemnte richiudibile con delle ante in vetro scorrevoli che fondono lo spazio quando sono aperte.
L’ampia zona giorno è ritmata da una serie di cartongessi a soffitto che presentano tagli scuri che ospitano i corpi illuminanti mobili.
La camera da letto padronale ha un vestibolo color carta da zucchero che con una maggior ribassamento permette poi vi valorizzare l’ampiezza visiva della camera padronale.
Adiacente si viene a trovare il bagno rivestito in marmo nero venato di bianco con una serie di specchi tondi opposti alla principale luce che viene dalla facciata. La casa gioca su colori chiari: dal bianco sporco al color corda, sia per le pareti che per i pavimenti con inserti di armadiature colorate a modo di quadro parietale. Mobili semplici, lampade ricercate, imbottiti compatti, di gusto esclusivamente italiano, completano lo spazio dell’abitazione.

house PC.14

Il fabbricato faceva parte di un complesso residenziale composto da case a schiera progettate con linguaggio postmoderno.

Il progetto, cercando di eliminare gli elementi compositivi più casuali, semplifica la facciata, estrudendo un prisma scuro dal fronte principale e riconfigurando il timpano postmoderno esistente. Regolarizzate le forometrie, si amplia un terrazzo anteriore e si riconfigurano gli accessi e la scalinata esterna.

Internamente, la semplificazione distributiva consente di collocare nei numerosi spazi triangolari della pianta ambienti di servizio come la lavanderia, la cabina armadio, i bagni, le armadiature. La scelta di due graniti molto resistenti, uno per l’interno e uno per l’esterno, lavorati superficialmente per renderli il più naturale possibile, consente una posa complessa di grandi lastre disegnate appositamente. Per i bagni, oltre ad un cristallino bianco (come elemento neutro) sono stati scelti due materiali come l’onice azzurro e un marmo blu di grande qualità cromatica. Gli arredi, sobri ed essenziali, giocano sul contrasto tra i toni freddi e i toni caldi, tra il lucido e il materico, in una sequenza di toni neutri e un legno tranciato scuro.

Le luci, integrate ai diversi volumi realizzati con i controsoffitti, creano gradazioni luminose tra gli ambienti in base alle diverse funzioni. La scalinata, realizzata in granito con spigolature a quarantacinque gradi, ha come balaustra un tessuto in acciaio teso tra due telai. Lungo questo asse compositivo si organizzano i principali ambienti-giorno: la family room, il living e lo studio, aperti sulla scala e disposti su tre livelli diversi.

house LM.13

L’edificio oggetto dell’intervento era uno dei due fabbricati gemelli costruiti lungo la via, ma in realtà appartiene ad un tipo edilizio molto
comune di casa a due piani isolata, con tetto a due falde sfalsate e bucature simmetriche, e per tale ragione l’intervento di ricomposizione
acquisisce interesse per la replicabilità dell’approccio al recupero del patrimonio edilizio esistente degli anni ‘70. Nonostrante la
generosità degli spazi presentava una struttura distributiva che tendeva più alla frammentazione degli ambienti che alla loro integrazione.
Collocando sul fronte stradale i garage, il progetto crea al piano terra un asse tra accesso rientrante e apertura verso il giardino, dove si trova la family-room. Al centro della composizione si trova il volume plastico della scala in pietra.
La scala con tre rampe connette l’ampio ingresso con lo spazio living superiore. La zona giorno si sviluppa perpendicolarmente all’asse del piano inferiore, connettendo lo spazio della scala con un piccolo affaccio sulla strada principale.
La geometrica scansione del ‘living’ è realizzata da un disegno del cartongesso molto rigido e da una sequenza di lampade lineari parallele.
A lato si aprono due nicchie sul muro portante: una conduce alla cucina, l’altra al vestibolo della zona notte, filtrato da una serie di lastre in vetro opalino.
La grande camera da letto principale è organizzata in due spazi di altezze diverse: l’ingresso con il grande armadio e un ambiente più alto con il letto. Nel giardino al piano terra si è ricavata un’area pavimentata in pietra, in continuità con quella della family-room, con cucina all’aperto rivestita in ceramica di colori contrastanti.

Nuovo ingresso pedonale per una Villa Veneta